lunedì 2 aprile 2012

Mi sveglio presto



....mi sveglio presto.....e con il defribrillatore come sempre.....ho un sonno pesante.........

....giornata speciale questa, sveglia prima dell'alba per dedicarmi al mio amato angolo verde esterno....

.....ho deciso, oggi giardinaggio!!!...mi metto il mio bel paio di guanti in crosta terrestre e con fare risoluto mi accingo ad aggredire di petto il mio bel giardino.....di chiamare un giardiniere non se ne parla neanche..puzza di aceto e io l'aceto lo odio......

...mentre esco vedo tornare a casa il mio termometro che, con scarpe da trekking camiciona a quadri e piccozza, rientra dall'escursione notturna, lo saluto e do inizio alle mie faccende esterne....

....per prima cosa con ago filo cotone e mercuro cromo rimetto in sesto l'acero contuso, mentre con l'annaffiatoio pieno di valium cerco di sedare la mia cardiopalma.....

...i lavori procedono bene, e mi soffermo un'attimo con le mani sui fianchi soddisfatto come un bimbo che finisce un castello di sabbia....

......il mio prato inglese non la vuole smettere di fare lo snob facendo arrabbiare gli autobloccanti che già sono in acido di suo per la loro incapacità di muoversi propriodettata.....

....oltre il mio cancello non ci dovrebbe essere nulla se avessi fatto bene ciò che ho detto ad inizio frase, invece scorgo una rotonda avanzata all'amministrazione e messa a dieta per diventare isola pedonale.......per farlo ottenendo nel minor tempo possibile il risultato prefisso, la insultano pesantemente criticandola per la sua forma tondeggiante, con l'intento di crearle sensi di colpa e farla divenire anoressica......

...sta facendo chiaro, pur non essendoci nessun lato oscuro, e una campana di cd suona le 6 da un campanile di custodie.......loro da brave masochiste come ogni 12 ore subiscono consenzienti......

....passa uno in bicicletta....due in moto.....dopo tre secondi mi torna in mente una cosa che mi fa uscire di testa da quando ho quattro anni......perchè la bici hanno la catena a destra e le moto a sinistra?.....

......ora vado al canile a prendere dei cani da riporto per alopeciati che non si arrendono all'evidenza.........voglio iniziare un nuovo business, pur ignorando il significato della parola medesima.......l'importante e l'intraprendenza!......anche questa però........

......però, ho il pollice verde...l'indice infetto...il medio sanguinante.....l'anulare martellato...e il mignolo in cancrena....

......wow, una mano in technicolor!!!!....

.......basta dare aria alle corde vocali, le funi consonanti si sentono trascurate!

Io dixit.

Haltahö

giovedì 9 febbraio 2012

In medio stat virtus




SSIT12
Campionato italiano di singlespeed 2012.


In medio stat virtus...........da sempre motto degli equilibrati dell'ultima ora......i saggi del poi.

Sapere quando smettere di bere, singlespeed italiano lasciarsi andara a quell'ebrezza senza trasformarla in conati da ribrezzo.
Farlo, ubriacarsi - ogni tanto ed in compagnia - è concesso, ce lo campionato singlespeed si concede, ma conoscere il limite tra divertimento e significa "in medio stat virtus".

Una discesa 2012 senza fine, con passaggi arditi, alcuni italiano singlespeed anche troppo per te; alcuni te li concedi, in altri capisci prima che è il caso 2012 italiano singlespeed di smontare e li fai mtb in mano........è forse questo in medio stat virtus?

Può campionato darsi che in fondo in medio stat virtus sia la più grande caxxata del secolo, così come le sue origini controverse, mai dipanate del tutto, ma singlespeed italiano 2012 in fondo che me ne frega?

Esiste, è uno dei latinismi più utilizzati, ed anch'io non mi sottraggo al suo ammaliante fascino.

Con però delle campionato italiano ss accezioni deviate, tutte mie.

La prima per dire che le 29 2012 ss sono vecchie, superate e fanno caare, infatti la mia prossima mtb italiano singlespeed sarà una 27,5.

26 vs 29? 27,5! In medio stat virtus.

Ed infine campionato italiano singlespeed 2012 la mia preferita: in medio stat virtus, proprio nel senso che "in medio stat virtus".

Sempre.

A chiunque obietti, vessi, annoi, si dilunghi, critichi e pesi sui miei reali acini d'uva essiccati.

In medio stat virtus.

Nel medio, il terzo. Da qualunque parte si cominci a contare

Ah, che botép!

Campionato italiano singlespeed 2012

Haltahö

venerdì 27 gennaio 2012

Io sto con la WC




Embé?
Fa tanto ridere?

A me no, anzi.

Quale sostenitore della prima ora della regolarità intestinale, da oltre 3 lustri faccio uso e abuso quotidiano di kiwi, e per la vitamina C, e per la loro capacità di "persuasione" in fatto di sedute programmate e dallo svolgimento pratico.

Dalle evacuazioni di massa a Massa il passo è breve.

Così come dal WC alla WC, è sufficiente cambiare l'articolo determinativo, passando dal singolare maschile al femminile.

Ecco fatto, in un balzo solo, anche se carpiato e con avvitamento, me ne passo dal cesso alla West Coast.

Da qui il titolo: Io sto con la WC.

Perché?

Non lo so, ma neanche se la domanda stessa ha ragione d'essere.

Essere.

Essere alla WC per il SS(WC)IT 12, questo non è un dilemma.

Ma una certezza, la mia.

Dovreste, anche voi, farla vostra.
Senza impegno.

Ciao.

Haltahö

lunedì 6 dicembre 2010

La testa, sopra la testa, nella testa

( ieri mattina ho dimenticato il mio quaderno a Los Arcos. Dopo i giorni passati, nei quali rifugio per rifugio rimanevo diverso tempo ad osservare affascinato le migliaia di oggetti di ogni tipo che altri prima di me scordavano, e ogni volta pensando curioso a quali e quante storie avrebbero potuto nascondere e raccontare, e' toccato anche a me. Cos¡' - forse inconsciamente - anche io ho voluto entrare a far parte di questa speciale famiglia, anonima ma popolosissima, lasciando - quasi come a marcare il territorio - segno del mio passaggio in un modo impercettibile. Ma anche io con la mia piccola storia dietro, ed i giorni futuri davanti.
Perse per sempre le parole ed i pensieri di 3 giorni di cammino, ed una bozza di poesia, che pero' spero di riuscire a far tornare a galla durante i miei prossimi passi, in questi miei nuovi fogli spagnoli)


2-12-10

Ricordo solo il grande freddo, tanto, in una giornata cominciata cos¡' cos¡' per temperatura e meteo. Rincontro, mi sorpassano e sorpasso diverse volte dei ragazzi visti a Pamplona.
Diventeranno, involontariamente per loro e per me, compagni di viaggio dei prossimi giorni.
A cominciare dalla cena a Puente la Reina

3-12-10

In una sola mattina con circa -6, tre improvvise e forti bufere di neve, intervallate da altrettanti momenti di forte sole, mi hanno fatto battezzare questo singolare fenomeno "monsoni iberici".
Alla fine del terzo, la mia domanda rivolta verso le nuvole "e allora? basta no?", e' stata accolta.
Infatti poi ha diluviato. Beh, cambiare e' cambiato.......
Estella, grande e accogliente, e' tale anche nel suo rifugio.

4-12-10

Parto, come al solito, prestissimo, on ancora nel naso e nella bocca la sensazione di profumo e sapore del buonissimo minestrone preparato da Gregorio, gestore a tempo determinato del rifugio.
Nella testa invece le sue parole, semplici ma intense, su cosa e' e significa cio' che stiamo facendo.
Incantato lo ascolto e ne rimango affascinato.
Dopo poco il sapore in bocca diventa quello di un'ottimo vino che, gratuitamente per tutti i camminatori che passano di li', sgorga da una sorgente libera. Una fontana che riscalda corpo e spirito.
Mi e' servita, visto la decisione di percorrere la traccia alta, la quale,
avendo la montagna che me lo copriva, mi ha negato il sole fino alle 11.
Nell'unica giornata di completamente serena dalla mia partenza!!!!
Per la prima volta dopo diversi giorni si cominciano a vedere le campagne e le colline che paiono non farti arrivare mai, dando una piacevole e fortemente emozionante, sensazione di solitudine.
Arrivo a fine giornata, con una grande novita', una tendinite, mia fedele compagna, oltre Orsodunque ovvio, per i prossimi chilometri.

5-12-10

Ancora vinco la battaglia col sole, ed alle 7 sono gia' sul sentiero.
Per la verita' e' una lotta impari poiche' nuovamente - anche oggi - le nuvole sono tante, scure cariche e minacciose.

Un lungo, stupendo, interminabile, duro, divertente toboga nelle prime 4 ore rompe quella "semplice noia" amica delle strade in pianura, dove i pensieri si dilatano e scavano nella mente.

Piove, e lo fa mentre mi nascondo in un bar perche' oggi di acqua non ne ho voglia.
Arrivano, e con loro mangio, gli amici ( a scadenza ) spagnoli, che di li' a poco salutero' per sempre.
Si fermano qui, mentre io proseguo fino al paese dopo, cercando di rispettare il mio cammino innanzitutto.
Demolito dal tendine attentatore arranco per il centro di Logroño, fino a crollare presto per la stanchezza.

6-12-10

Cielo fotocopia, ctrl+c-ctrl+v
.
Oggi e' facile, e prima ancora del solito sono per strada.
Camminare col buio mi da la sensazione che i chilometri fatti prima dell'alba siano gratuiti.
Mi sono serviti.
Presto, nonostante gli antidolorifici e le pomate, comincio a "dover zoppicare" per evitare le fitte lancinanti.
31 che sembrano non passare mai, ma che fortunatamente finiscono anch'essi.
Vago per il paese in cerca di morfina (una farmacia mi da un antidolorifico potente), con una andatura da storpio mendicante medievale.
Come sempre la doccia calda e il riposo mi giovano.
Domani vedremo.

Ciao B. ti penso


mercoledì 1 dicembre 2010

La neve, l'acqua, il cioccolato

30\11\10

Roncesvalles.

Detto cosi´, ora che sono con i piedi incollati al calorifero di un bar, pare esser stato uno scherzo.
In alcuno momento non nego che l'ho desiderato.

L'assenza di preparazione data dall'improvvisazione, ha dato sfoggio di se' in varie forme, ed un po' me l'aspettavo.

Ogni parte del corpo, compresi gli anfratti piu' remoti dove si annidano muscoli e tendini che nemmeno credevo di avere, e´dolente e urla vendetta.

Tutto sommato ora sono qui, e tanto mi basta. Per oggi.

La bufera di neve dell' Alto - credo piu' che altro sollevata e trasportata dalle cime vicine, e´solo un ricordo.

Si attenuano i dolori , le membra (ma come scrivo????) si rilassano.

Prima di prender posto al dormitorio affondo piedi e caviglie nella neve per diversi minuti. tiro un forte sospiro per il beneficio.

Vesciche e tendini ringraziano per l'immediato sollievo che, oltretutto ha anche un forte effetto antinfiammatorio.

Nell'ordine: doccia calda, tavola, con pasta stracotta annegata nel sugo di pomodoro, trota (ottima) e yogurt, e materasso.

Intervallati dalla benedizione del pellegrino nella chiesa della Collegiata.

Buonanotte



1\12\10

Non e' stata affatto una buona notte.

Credo di aver trovato come vicino di branda il #1 nel ranking mondiale dei russatori.

Ricordo di aver guardato per l'ultima volta l'orologio quando erano la una e 40.

Ed alle 5 mi sono arreso.

Vestizione (che ricordo e´un rito importante), e senza nemmeno la colazione comincio il mio secondo giorno di camminata.

Come gia' ieri, a causa della neve anche oggi il cammino nei sentieri e' sconsigliato, se non addirittura proibito; per cui, pure in questa giornata, sara' l'asfalto il mio tapis roulant inceppato.

Nel buio pesto i pensieri di perdono e dilatano ancora di piu', tanto da far correre i primi chilomletri senza che nemmeno me ne accorga.

Viene chiaro e il morale si alza.

Oggi e' giornata di scoperte.

Pe primo realizzo che con gli scarponcini da trekking e le calze si cammina molto meglio che non con i sandali e a piedi nudi; mentre la seconda cosa riguarda Orsodunque, che non e' un maschio - come il nome lascerebbe intendere, ma una femmina.

Parto dalla seconda.

Ebbene, avrei dovuto capirlo subito.
Da come si atteggia sempre, da quella sua aria di prima della classe, sempre e comunque un passo davanti a me, ed a fare la maestrina in ogni situazione. Irritante ed odiosa.

Perlomeno e' muta, e non puo' controbattere ai miei insulti che ogni - a piacimento - tanto le tiro.

Certo, lei mi ripaga da vera carogna di tutti gli impropri, e lo fa con quel suo passo costantemente piu' veloce del mio, a punirmi cosi' con i fatti, metro dopo metro in cambio di ogni parola su parola.

Che dire, e' una femmina!

Una femmina "studiata", come si suol dire.
Laureata in legge, e che di professione difende tutti noi in ogni grado di giudizio e causa legale o meno che sia.

Infatti, come ben noto, Orsodunque e' "Avvocata nostra".

Le scarpe.
Tutto ha un senso, almeno per me e la mia mente malata.

Non so ne sapro' mai - non essendovi prova contraria - se cio' che ho fatto e' stata la scelta migliore, ma:

ho deciso un giorno prima di venire qui che avrei fatto questa camminata senza fine;
sono totalmente impreparato, almeno fisicamente.
negli ultimi mesi , oltre ad oziare, sono lievitato fino a sfiorare il quintale.

Quindi, sommando tutti questi fattori, dovevo - per forza - trovare un sistema per poter trarre il massimo da cio' che sono ora, senza perdere nemmeno un giorno di cammino.

Sicuro del fatto che avrei avuto crampi, dolori, infiammazioni, fitte, tendiniti, contratture, stiramenti, vesciche, ricchi premi e cotillon, ho fatto una scelta - dolorora forse - perche' il mio abbrivio fosse si' una tortura, ma dal quale trarre in seguito benefici.

Tutto quanto pensato si e' realizzato, compresi i premi e i cotillon.

Fossi partito direttamente con le scarpe, alla fine di ieri sarei stato comunque a pezzi, e stamani la ripartenza mi avrebbe dato meno stimoli.

L'essermi invece massacrato ieri con i sandali, diversi gradi sotto zero, con la neve e nella tappa forse piu' dura del mio cammino, ha dato un senso a questo mio secondo giorno, poiche' lo sbalzo di comfort e' stato tale da galvanizzarmi fin da subito.

Supido? Forse si', magari anche azzardato e inutile.

Io pero' sono convinto che e' stata la scelta giusta, soprattutto perche' non potevo fermarmi ad aspettare e decidere.

Pero', come si dice in questi casi: DON'T TRY THIS AT HOME!!!!!

Dall'Alto de Erro (preceduto da un'altro colle dal nome impronunciabile) in poi e' tutta discesa; la neve attorno lentamente diminuisce, fino a scomparire prima di Zubiri, dove un bar ed un buon te' verde mi riscaldano pelle e parole.

Riparto presto con un cile cupo che non promette niente di buono.

Promessa mantenuta.
Una forte pioggia, con dei fiocchi a fare da intrusi nella miriade di gocce, m'infradicia presto, tanto da costringemi ad un autostop per 3/4 chilometri.

Arrivo al rifugio presto.
La stufetta gia' accesa diventa covo per la mia roba zuppa d'acqua. Tutto per la pigrizia nel non estrarre il pastrano dallo zaino..........

Dopo un'oretta, ormai riposato, guardo la camerata e m'intristisco.

Sembra cosi' poco accogliente, forse perche' son solo e c'e' freddo.

E' solo l'una e poco piu'. Potrei ripartire e giungere fino a Pamplona.

Perche' no?

Zaino in spalla, via!

Rinfrancato, asciugato e ristorato mi ritrovo un buon passo, quasi non pare essere in mio.

L'ingresso in citta', dopo giorni di casette e villaggi rurali, mi fa ripiombare in quella "civilta'" che presto, e con poca fatica, avevo scordato.

Seguo l'immancabile conchiglia fino a quando vedo alla mia destra la cattedrale, dove vicino si trova il rifugio consigliatomi ieri a cena da una coppia francese.

Mi merito una bella lavatrice, sia io che i miei indumenti.

Finita la doccia esco un'attimo a guardare la citta' di sera, a spiare da un'angolo la gente tutta intenta nei propri affari.

Le vie delle citta' vecchie sono sempre un splendore col buio, soprattutto d'inverno, quando il Natale s'avvicina. Non parlo delle resse per i regali, ma di quelle "sere normali", fatte soltanto di persone ordinarie, abituali e composte.

Affascinante e brulicante di vita, di odori, rumori, parole e grida.

Fisso con occhi persi la centrifuga sorseggiando un cioccolato della macchinetta a fianco delle lavatrici.

E' ormai ora di cena, e il supermercato vicino - piu dei negozietti adiacenti - mi supporta a sufficienza.

Trascrivo tutto in questo blog, faticando come un cane per capire cio' che ho messo su carta solo poco prima, e prima di batter la fronte sui tasti decido che per oggi puo' bastare.

Ciao.
Dolce e serena notte B.

lunedì 29 novembre 2010

Pamplona, Navarra, autostop

29-11-2010

-6 gradi

Le otto del mattino a Pamplona mi tengono ben sveglio, nonostante abbia dormito poco e male.

La mia intenzione di raggiungere la Francia prima di sera comincia dalla stazione centrale degli autobus.

Brutta notizia, fino a sera niente bus per il confine.

Decido percio`per un sano pollice destro, da moltissimo tempo inutilizzato.

Aspetta, falso!

Sono invece passati pochissimi giorni dal mio ultimo autostop.

L`ultima volta é stato infatti poco piu`di un mese fa a Stewart Island in Nuova Zelanda, quando - dopo una escursione tra spiagge e foreste - per evitare un`acquazzone da ore promesso e divenuto realta`all`improvviso, siamo stati caricati (B. ed io) su una jeep da un gentile ragazzo indigeno di quella indimenticabile isola ai confini del mondo.......

Lascio Pamplona con l`autobus dietro consiglio della simpatica e disponibile ragazza dell`Info turismo che non apriva piu` (oggi é festa patronale a Pamplona), e sulla N135 cerchero`poi un passaggio, sperando di essere fortunato.

Mal che vada, la strada é la medesima che la sera percorrera`l-autobus per il confine.

A Pamplona trovo anche il compagno di viaggio del mese che verra`.

L`unico che vorrei e che voglio avere vicino, perché silente e discreto; il solo, forse anche, in grado di sopportarmi per 4 settimane intere, minuto dopo minuto.

Cosi` un po`come fece Tom Hanks in Castaway, chiamando Wilson il pallone che trovo`, decodo di dargli subito un nome, vosto che d`ora in poi sara`con lui che me la prendero`e imprechero`.

Un nome che lo identifichi per cio`che é, e per cio`che nei seguenti giorni dovra`fare: sostenermi, spronarmi, motivarmi, aiutarmi.

Signore e signori ecco a voi ORSODUNQUE!

Sentirete ancora - e spesso - parlare di lui; ha qualita`e carattere insospettabili il ragazzotto.

L`essere privi della vagina e di una 4a che urla, é gia`di per se`una discriminante se si decide di fare autostop; qualcos`altro pero`non lotta per la mia causa.

Probabilmente é il mio aspetto poco rassicurante penso: la barba di oltre un mese, e la mia concia da internamento immediato: zainone da 85 litri, felpa con cappuccio e berrettone di lana, bermuda e sandali con piedi nudi. Si`é per forza questo.......

Pero, dopo 4 veicoli cambiati, intervallati da chilometriche camminate (buon viatico per i prossimi giorni), giungo in Francia.

Ringrazio quindi il primo, che mi ha gentilmente ricordato come ogni anno, in questo periodo, muoiano 2-3 escursionisti nel tentativo di fare cio`che mi aspetta domani; il secondo, anziano pastore che di pastorizia `profumava abbondantemente`, il terzo, che assieme alla moglie mi fa giungere all`Alto de Ibaneta (freddo indicibile); ed infine il ragazzo francese col TIR che mi porta fino a destinazione, SJPP.

Teerribili e indelebili per sempre mi resteranno impressi i chilometri camminati dall`Alto , con un vento fortissimo, penetrante e tagliente come tante piccole ma profonde rasoiate.

L`ingresso nella parte medievale del paese mi emoziona, ma ancor di piu` mi colpisce l`accoglienza al rifugio, dove quasi come aspettassero solo me, mi riempiono di attenzioni e premure.

Una camerata, tanti letti a castello, la reale impressione che é questo il momento nel quale il mio viaggio comincia.

101, il numero della mia branda.

Appoggio lo zaino, per oggi puo`bastare.

Ceno in compagnia dell`anziana e simpaticissima Giannina (come mia madre! Ciao nina!!!!!), con cio`che poco prima ho acquistato in un negozietto di paese.

Della frutta, un non meglio precisato impasto da microonde (che siano lasagne? boh......), alcune gallette di riso.

Ora pero`é tempo di riposarsi, magari scrivendo un pochino.
Romantico, e insospettabilmente rilassante, farlo col sottofondo del gestore del rifugio che per me intona - col suo trombone (!!!!!!) - pezzi di musica classica di grandi compositori italiani, Verdi sopra tutti.

Raccolgo i pensieri, da adesso in poi li dovro`distribuire lungo i miei silenzi dei prossimi, lunghissimi, giorni.

Il primo é per te B. come anche l`ultimo.

Ciao.




Per Beppe, perché il suo libro, la sua dedica, e soprattutto il suo animo, mi hanno dato quel qualcosa in piu`:

Un braccio si allunga....
una mano si apre....
un sorriso si distende....
ed il mio cuore si riempie.

Cosi`inizia il mio cammino,
con la voglia di dare, ricevere, viverlo.

Poiché, fin da subito, ho compreso che per strada trovero`,
come qui a SJPP, persone che........in un semplice gesto ormai quasi perduto........

allungheranno il braccio....
apriranno la mano....
mi sorrideranno.

Grazie

SJPP--------­­» SdC

28-11-2010

Nonostante abbia viaggiato su ogni tipo di velivolo possibile, dal nuovissimo Airbus 380 passando per improbabili idrovolanti e sgangherati biplani; ad ogni latitudine e condizione pensabile, dai transoceanici di 14 ore fino agli aerotaxi in vari arcipelaghi del Pacifico, la cosa che mi diverte di piu` é volare con Ryanair.

Aver fatto dell`ottimizzazione la loro arma vincente, diventando cosi`competitivi abbattendo i costi (e quindi i prezzi), ha un qualcosa di inspiegabilmente comico.

É noto come tutto il personale di bordo si impieghi in piu`ruoli durante tutte le varie fasi, e come le tratte stesse siano tra loro oltremodo prossime, con tempi ristrettissimi tra i voli di uno stesso aereo.

Le conseguenze di tutto cio`scatenano una ilarita` irresistibile in me.

La cosa che piu`di tutto mi colpisce e fa sorridere é il cosidetto `taxi`, ossia il trasferimento dal punto di imbarco alla pista di decollo, e viceversa, dal post atterraggio fino al punto di sbarco.

Ebbene, nessuno é come Ryanair in questo!

Mentre gli altri, quelli normali, durante quella fase conducono l`aereo in maniera opportuna, guidando con prudenza, i piloti della compagnia irlandese affrontano la parte terrestre come fosse una PS di un rally!

Mai come nel loro caso, il secondo pilota va`chiamato co-pilota (anche se sarebbe meglio dire navigatore); mai come con loro l`avvertimento di `tenere allacciata la cintura fino al completo stop del velivolo` é valido!

Piu`che l`omino parcheggiatore con giubbino giallo e segnalatori, mi aspetto sempre di trovare i giudici di gara con fotocellula e cronometro!

Ryanair, l`unica compagnia aerea con la quale potresti avere problemi di mal d`auto!

Bergamo-Saragozza, in un attimo.

Dal freddo della Lombardia, al gelo della Spagna del Nord. Alla faccia dei luoghi comuni sul caldo perenne nella penisola iberica.

Il tempo di trovare la stazione, ed un treno turistico - che nemmeno un Eurostar da noi é tanto confortevole - e Pamplona mi accoglie con i suoi 0 gradi alle 9 di sera.

Mi aggiro per un`ora in sandali e bermuda per rimediare una cena, mentre la stanchezza arriva presto.

Un`ostello al terzo piano di un palazzo del centro mi riscalda, rilassa, distende.

Buonanotte...............