C'è la luna piena!!! C'è la luna piena!!!
Thermos, Gtx, cioccolata, kit sopravvivenza,
racchette, frontale (anche se a poco serve), abbigliamento consono (tale non si rivelerà) e via!
C'è la luna piena!!!
Sì, ma c'è freddo!!!
C'è la luna piena, c'è la luna piena!
Ma c'è un vento che fa decollare!!!
Sì ma c'è la luna piena!!!
Ma è tardi!!
Però c'è la luna piena!!
Ma è buio!!
Ho capito, ma c'è la luna piena!!!
Quest'inverno non me me sono persa una.
Ad ogni plenilunio una stupenda camminata in montagna;
nel silenzio più assoluto sentire che rumore fa il mondo;
meravigliarmi ogni volta, come fosse la prima, del moonlight shadow.
Incredibile lo stupore che mi coglie sempre impreparato
quando - su una distesa di neve candida - vedo l'ombra mia proiettata dalla luce riflessa della luna.
Mi fa impazzire come fossi un bambino pensare che anche a notte fonda
ho il mio lato oscuro che mi segue e perseguita.
Questo d'inverno diventa magia, nel riverbero del manto bianco
tutto si amplifica.
Non servono luci, e seppur comode, altro non fanno che rompere l'incantesimo.
Camminare come volare, nella totale assenza di rumori artificiali.
L'altro giorno è stata impegnativa.
Forse essendo l'ultima uscita della stagione ha voluto lasciarmi
un ricordo in più....diverso....
Vento, tanto vento.
Il sentiero tutto in cresta che dal Colle di S.Zeno porta a Monte Campione
è esposto e privo di ripari.
La neve, al passo del colle già oltre i 2 metri, è ormai compattata da giorni di gelate,
così nemmeno le ciaspole sono necessarie.
L'ascesa non è difficile od impegnativa,
soltanto in alcuni tratti ripidi del naturale profilo delle prealpi di casa, ci si arrampica sempre camminando.
Saliamo, non sono solo,
e chiaccherando cerchiamo di non volare via con le raffiche.
Il freddo, punge, se non per la temperatura reale,
per quella "percepita" (va così di moda dirlo) data dalle sferzate di Elio.
Che spettacolo.
In una notte, così sapevo che ci sarebbe stato movimento sulle solite vette
frequentate da nottambuli, come me amanti del Full Moon Riding.
Dietro di me, sul Guglielmo, la punteggiatura delle luci di scialpinisiti discende i pendii
verso la Pontogna, o sbuca dal crinale degli Stalletti in direzione Redentore.
Tutto intorno il panorama è limpido.
l'aria ha pulito e ci regala un 360° di vette bianche.
Alcune le conosco, altre no;
ma tutte, tutte, fanno da contorno ad una camminata "lunare".
Ci riporta alla realtà un vento che non ne vuole sapere,
e l'immagine del nostro incedere faticoso in salita
con le racchette e coperti in ogni millimetro di pelle che non siano gli occhi,
mi ricorda le imprese dei conquistatori degli 8k.
Ci chiediamo cosa ci facciamo qui,
e dopo una risata fatta quasi per prenderci in giro
riprendiamo a salire cantando o giocando.
Il ritorno verso l'auto, nonostante sia tutta discesa,
pare più lungo ed impegnativo.
Scendendo sulla traccia penso che potrei buttarmi in bici giù da qui,
ed anche il cadere sarebbe motivo di divertimento.
Così decido di fare le prove.
Culo in terra, una spinta e via!!
Pessima scelta.
I pantaloni da running, tutt'altro che termici,
mi fanno rasentare le ustioni da gelo e sfregamento.
Però che ridere.
Io, ma soprattutto lei che non smetteva più.
Ho dovuto abbatterla.
Piccola sosta per constatare che il cospicuo investimento
del thermos nuovo è valso il rene donato.
Finalmente l'auto.
Stanchi, congelati, indolenziti assonnati,
quest'ultimo aggettivo tutto su di lei.
Dopo due tornanti russa già come Spank,
con la bolla al naso e la bavetta che cola dal lato della bocca.
E' tardi, la luna ci ha portati ben oltre l'una.
Era freddo.
Era ventoso.
Era notte.
Ma in una notte di luna piena d'Inverno,
niente mi mette a pari altrettanto.
Haltahö
Catahà.