lunedì 9 giugno 2008

Ehi ragassi, che cosa c'è? Una caccia al tesoro? Sì Sì!































Le Alleycat non esistono, sono solo una leggenda metropolitana;
non è vero che una schiera di bikers di ogni tipo razza e appartenenza si sfidano
senza regole nelle metropoli seguendo tracce ed indicazioni alquanto originali.

A Milano lo scorso week end non è successo nulla di tutto questo.
La Biancaneve della Lomellina? Non esiste nemmeno lei, e non è vero che assieme
abbiamo fatto questa Alleycat, perchè, come già detto, le Alleycat non esistono.


Così come non è vero che diluviava talmente tanto che anche i pesci avevano l'ombrello, e che le pozzanghere scappavano tutte assieme formando dei piccoli laghetti.

Non è assolutamente vero poi, che in queste gare (che non esistono) tutto è concesso,
che si percorrono strade contromano, viali pedonali, corsie preferenziali, semafori di ogni colore, il tutto nel pieno dispetto e nel contrario del codice della strada, con biciclette al limite della follia.


Non è vero niente.

Nemmeno vero è che prima di tutto l'importante è farle, perchè se qualcosa in premio c'è, più di tutto è bello esserci.

Altresì false le dichiarazione che riportano di cadute copiose a causa dei sanpietrini e lastricati, così come con i binari dei tram............

Come potrebbe essere? Le Alleycat non esistono!

Non è vero niente insomma, sono tutte cazzate, queste tanto nominate Alleycat non si sono mai viste ne mai si vedranno, ieri io Ausilia manco l'ho vista, e chi asserisce il contrario mente; è falso dire che ci divertivamo come bambini a prendere le pozzanghere di proposito, che la cartina per le vie di Milano a fine Alleycat (ricordo che non esistono...) era cellulosa allo stato brado.

E poi, che grandissima menzogna dire che al traguardo si rideva e scherzava con persone capaci di stare in compagnia, e che con le stesse siamo finiti in pizzeria sui Navigli per divertirci, chiaccherare e bere birra

Quante falsità. Quante illazioni; nemmeno le premiazioni fatte sul tavolo della pizzeria con pezzi di bici di ogni tipo ed età sono notizie veritiere........

Che bugiardi circolano al giorno d'oggi.

Io non potrei mai farmi prendere da qualcuno che non conosco per lanciarmi in un'avventura del genere, non sono il tipo.

Come si fa a fare nuove esperienze condite da un pò di sana voglia di trasgredire, un pizzico di competizione che poi altro non è che motivo d'aggregazione, voglia di stare insieme e condividere una passione underground.
Come si può lasciarsi andare e seguire il proprio istinto al punto di socializzare con persone di ogni tipo e respirare una strana sensazione di libertà?

Dico io, è mai possibile?

Rispondo sempre io: no, non è possibile, e guai a chi mi contraddice.

Guai perchè come detto più di una volta le Alleycat non esistono, e quindi tutto quanto sopra non potrebbe mai essere.

.....soprattutto perchè un'eventuale conferma potrebbe portare in questi raduni (inesistenti) quelli che Riccardo il Saggio di Finale articolò con l'aggettivo "teste di cazzo".
E questo più di tutto non deve mai accadere.
In nessun mondo, realtà o finzione che sia.
Odio la Domenica!!!!!!!!!!!!!

Ciao Camilla, alla prossima!!!!
Haltahö

giovedì 5 giugno 2008

Haltahölandia e il suo Haltahöspital


E’ autunno anche in quel di Haltahölandia oramai, ed assieme alle foglie cadono i primi bikers che con i sentieri umidi e scivolosi vogliono piegare comunque fino al gomito, con invece il risultato di riuscire a piegare solo (per metterla in tasca) l’impegnativa per un’intervento di chirurgia ricostruttiva.

Ma come Autunno? Ma se sta per cominciare l’Estate direte voi?
Eh no cari amici, Haltahölandia non è un posto come tutti gli altri, Haltahölandia vive di vita propria, ritmi propri, e di conseguenza ha anche stagioni proprie.

Comunque, tutti gli impavidi che non vogliono mollare le traiettorie estive si ritrovano accatastati nella sala d’aspetto (tra l’altro terribile, dove sei stata stanotte??????) dell’unico medico di base del paese di Haltahölandia, e successivamenrte nel nosocomio della fantastica e perfetta cittadina a misura di biker: il Haltahöspital.

La casa di cura ha anche un motto, nonché titolo: “Orsempre Spurgheremo Profonde Ecchimosi Drenando Abbondanti Liquidi Emoglobinici “, il quale acronimo dà la parola O.S.P.E.D.A.L.E., ma questo termine non è mai piaciuto agli indigeni anche perché scomodo, vuoi mettere “Orsempre Spurgheremo Profonde Ecchimosi Drenando Abbondanti Liquidi Emoglobinici “? E’ tutto un altro linguaggio!

Ma partiamo dall’inizio.
Beh, facile, se partissi dalla fine starei già finendo; anzi no, se partissi dalla fine essa diventerebbe l’inizio, e lo stesso la fine per cui le cose non cambierebbero mai; se ne deduce che comunque la si voglia chiamare, sempre di inizio si tratta……capito vero?????!!!!!!!!!?????????

Vi è solo un medico a Haltahölandia tal Marcio Dentro, il quale nel suo studiolo di via Padoa Schioppa 7 visita ininterrottamente dal 1932.
Medico di cultura profonda, la leggenda lo vuole come l’ultimo sopravvissuto della compagnia del bar Biturico, dove regolarmente si incontrava con i suoi 2 migliori amici ora trapassati (un po’ anche gerundi) Esculapio e Ippocrate.

Nella sua lunga carriera si dice abbia visitato i più illustri e importanti personaggi del secolo appena trascorso tra i quali: Benito Mussolini, il mio pesce rosso che però è nero Benito, Sergio Leone, Leone di Lernia, Giulio Andreotti, Giulio delle Iene, Gianni Morandi, Gianni l’amico di Tonino Guerra, Adriano Celentano, Adriano dell’Inter (chi ?), Ficarra e Picone, Falce e Martello, Pinza e Tenaglia, Cip e Ciop, Qui Quo Qua, Ratman, Vittorio Emanuele, Lapo Elkan, 2 Prostitute, 4 Transessuali.
Comunque, il Dentro si è sempre dichiarato a favore della medicina alternativa, e così, pur non prescrivendo mai nessun tipo di farmaco, è riuscito negli anni a guarire decine di migliaia di persone solo con tisane, palliativi, surrogati placebi e tabacco da sniffo al mentolo.

Famoso è il suo motto: “ Una mela al giorno, sette a settimana”

La gente di Haltahölandia nutre gran fiducia e stima nei suoi confronti, tanto che ha già deciso di dedicargli una strada, preparando la targa che verrà affissa il giorno successivo alla sua morte e che riporta la seguente dicitura: Via Dottor Marcio Dentro, 1897-200…..

La storia della via non è piaciuta troppo al Marcio, il quale, durante la cerimonia della presentazione della targa, con un sorriso di circostanza che neppure la Gardini riuscirebbe a sfoggiare scoprendo Luxuria nel bagno delle donne, ha ringraziato la comunità salutando con una mano, mentre con l’altra era impegnato in pratiche scaramantiche che ben poco hanno a che vedere con la medicina moderna.

Meno di tutto ha digerito il fatto che si siano permessi di lasciare solo una cifra in sospeso sulla data di morte. La cosa non lo fa dormire da 3 settimane ormai, pensando a quanto poco gli manca da vivere, e se la sua sarà una morte naturale o se i concittadini, pur di non rifare al targa, saranno disposti a sopprimerlo qualora il 31 Dicembre del 2009 egli non si sia ancora tolto dalle palle.

Ad ogni modo, dopo una bella visitina dal suddetto tutti gli infortunati e i cagionevoli della splendida cittadina di Haltahölandia finiscono nel nosocomio più stravagante del pianeta.

Il Haltahöspital ha anche un altro nome, “ Flauto Traverso”, così intitolato in memoria di uno dei pionieri di questa località per volere dei suoi diretti discendenti, i quali contribuirono anni fa alla realizzazione di tutta la struttura con ingenti finanziamenti a fondo perduto.

La famiglia Traverso, ancora oggi una delle più abbienti del paese, si arricchì decenni fa con il commercio di zafferano.

Nel periodo del proibizionismo e del dilagare delle droghe, quando per diventare potenti v’erano scontri tra bande e gang rivali a colpi di sparatorie e omicidi di massa, i Traverso hanno messo da parte una fortuna vendendo quella polverina magica (del tutto legale) che colora il risotto alla milanese, ma che però ha lo stesso valore sul mercato della bamba se non di più…..non ci credete?...fate un paio di conti…….

Comunque, per non andare Ot, innanzitutto bisogna dire che malati veri e propri a Haltahölandia non ce ne sono, nell’ospedale si trovano solo malati immaginari e quelli di cui sopra, cioè infortunati.
Questo perché a Haltahölandia nessuno si ammala mai, nessuno starnutisce, ha una linea di febbre o solo un piccolo mal di testa.

Ogni anno studiosi di tutto il mondo si recano nella ridente località trasversale per cercare di carpirne e capirne il segreto, ma una spiegazione vera e propria non esiste, o almeno non è mai stata svelata.
Anche perché una volta invitati e scoperto i segreti vengono soppressi a colpi di guarniture, perni quadri e reggisella.

Si dice comunque che la ragione di tanto benessere fisico sia dovuta ad un particolare tipo di enzimi presenti nell’aria.

Che cosa siano gli enzimi ora non ci è dato saperlo, di loro si sa solo che esistono e che sono bravissimi a lavare i nostri vestiti, ma che quelli di Haltahölandia avessero anche delle proprietà benefiche è noto da poco tempo.

Anche questa è una notizia che purtroppo è sfuggita al controllo delle autorità cittadine, con il risultato che le domande di cittadinanza sono milarduplicate facendo riportare una piaga da decubito al sedere dell’incaricato all’ufficio Extrahaltahöenhi: tal Urbino Centrotavola.

Ma torniamo all’ospedale, dove i reparti, come prevedibile, hanno una logica tutta loro. Nonostante l’igiene e la professionalità del nosocomio siano al di sopra di ogni altra struttura, è l’originalità della linea tenuta dal personale che distingue il Haltahöspital da qualunque altro ospedale.

L’interno più famoso ed ambito dai pazienti è l’Ortodrammaturgia, dove medici ed infermieri, sotto forma di Equipe-Compagnia Teatrale, durante le visite di routine del mattino inscenano davanti ad ogni letto l’opera richiesta dal paziente, opera che lo stesso ha provveduto a scegliere fra quelle disponibili sul menu la sera prima, sul medesimo foglio dove si sceglie o la mela cotta con la minestra, o il formaggio con il prosciutto cotto.

Grande successo ha riscosso la settimana scorsa l’Otello, tragedia in 4 atti di Shakespeare portata in corsia dal gruppo capitanato dal Primario del reparto la dott.ssa Desdemona Iago, che con un nome così cos’altro poteva interpretare…….

Il paziente ha gradito molto il dramma a lui offerto, non fosse altro che con l’applauso fatto alla fine dell’opera si e strappato in un colpo solo catetere, flebo, cannule tracheotomiche ed emotrasfusionali.

Il malato in questione è il famoso rompicoglioni Mario Tozzi, ricoverato al Haltahöspital perché nessun ospedale italiano ha voluto accoglierlo, e così per bontà d’animo dei Haltahöenhi, il Haltahöspital ha deciso di accogliere questo picconatore errante per riabilitarlo.

L’incidente del Tozzi è stato a dir poco rocambolesco: durante un suo servizio alle miniere di Grana Padano nel Caucaso, cercando si sferrare un colpo secco con il suo inseparabile picco, ha sbagliato di netto, e la forza usata per brandire quello che ormai è un naturale prolungamento del suo arto, ha fatto si che l’arnese stesso andasse a conficcarsi proprio dove tutti noi vorremmo che vada invece il Tozzi stesso.

Ilarità diffusa nel Haltahöspital quando il povero geologo si è presentato su di una barella a faccia in giù e con il braccio ritorto all’indietro pur di non mollare un attimo l’unica cosa che riesce a reggere oltre a Sveva Sagramola.
Le sue foto durante la procedura di ricovero fanno ancora oggi bella mostra nei corridoi.

Questo è il Haltahöspital, questa è Haltahölandia.

Un posto che si trova proprio lì, a pochi chilometri sulla Paullese, praticamente alla terza uscita del Grande Raccordo Anulare, si imbocca il tunnel del S.Gottardo, e appena usciti dal Frejus si prende la Salerno-Reggio Calabria, direzione valico Ronco Bilaccio-Barberino del Mugello, e poi dritti lungo tutta la tangenziale di Mestre fino a Fiorenzuola, attraverso la Firenze-Mare che porta lungo tutta l’Adriatica……citofonare Cinzia, risponde Gigi.
No! Niente Cremeria!...siete più antichi di un vaso Maya….

Ma che ne facevano i Maya dei vasi? Io piramidi Maya con finestre e balconi non ne ho mai viste......mah…

Haltahölandia è dappertutto e da nessuna parte, non si può entrare ne uscire, o ci si è dentro o niente. Chi la cerca non la troverà mai, perché chi lo fa significa che non la vede e quindi non è nel mood.
Non esistono requisiti, trucchi o percorsi per potervi far parte.
L’unica maniera per poterci vivere e poterla vivere è avere una buona WAY OF BIKE.

Haltahölandia vi riconosce da lontano se la vostra W.O.B. è quella giusta….e vi rapirà..per sempre..facendovi conoscere persone, luoghi e situazioni che in nessun’altro posto mai troverete.

Haltahölandia è vicina, più di quanto pensi, e se non te ne accorgi.........beh, se non te ne accorgi questo testo ti sembrerà stupido, demenziale, pieno di nonsensi e a tratti inutile.

Haltahö!

martedì 3 giugno 2008

Cercasi disperataMENTE Inga

Sceso in garage per salutarti un vuoto mi assale, dentro e fuori.

Solo ieri ti avevo lasciato lì,
con sorriso e sguardo che per enigma tanto ti faceva
somigliare ad un ritratto rinascimentale ora in terra gallica.

Stamani la sorpresa:

Dove sei, perchè hai voluto abbandonarmi?

Le due righe che hai lasciato non placano il dolore mio:
"Starò bene, non ti preoccupare.
Inga".

Cosa ti ho fatto mancare?
Sapevi d'esser la mia diletta.

I tuoi silenzi erano fonte di mille mie parole,
gli occhi tuoi sorgente di ancor più emozioni,
la tua staticità causa di infiniti turbinii interiori.

Per non parlare poi di quella posa,
naturale, provocante, ferma e persistente.

Ed a volte, togliendo il surf,
sfruttare la posizione prensile
della tua mano destra mi faceva volare
verso emozioni che solo tu coglievi.

In mille e più modi ti hanno chiamato:

la bella surfista, i superficiali ma buoni esteti;

la bionda in costume i frettolosi;

Madonna delle Mànie i pedalatori mistici

Musa di Finale un sommo pensatore....

Per me eri sempliceMENTE Inga,
e sempre lo sarai, nel tuo inarrestabile moto immobile.

Colmare tale vuoto significherà rivoltare l'anima,
calpestare l'universo con le infradito,
stender le mie emozioni senza centrifuga,
guidare nelle autostrade dei miei pensieri col telepass.

Ed alla fine, so già,
mi rimarrà una pila alta così da stirare,
che poi è la vita mia,
ma che nessuno, come sempre, vorrà mai stirare.

Ciao Inga, starai bene, non mi preoccuperò.

Tuo Angelo, in entrambi i sensi.

Chi avesse notizie può mandare un sms
al numero che più gli piace scrivendo nel testo:
Oh Inga, haltahö!
Grazie a tutti.