mercoledì 23 giugno 2010


Quanto tempo deve passare perchè il passato remoto diventi trapassato?

C'è un limite? Se sì, qualcuno me lo può spiegare, oppure è passato talmente tanto tempo che è trapassato?

Vogliamo spendere due parole (ah, ho solo pezzi grossi come "iato" e "qualsivoglia", chi ha da cambiare con degli spiccioli tipo "virgolette", "assolutamente" o "Paullo"?) poi per il "trapassato prossimo"

Non so se si tratti di una perdita in famiglia o del cadavere di un vicino......magari non ancora in rigor mortis?

Rigor mortis quando arbitro fischis?

Io non ho fatto fallo.

Se metto una virgola diviene un'autoesortazione? O forse, con la dovuta punteggiatura, un dialogo a due, dove il primo asserisce, mentre il secondo lo incalza per stimolarlo?

Di certo vorrei sapere se è più perfetto un'imperfetto corretto, o più facile coniugare a posteriori un futuro anteriore.....

Chi mi ha rubato il presente? Era un regalo. Fosse stato qui, è un regalo, ma mi è stato sottratto..........

La matematica non è un'opinione m'hanno insegnato a scuola.

Forse per ciò che essa vuole rappresentare e se si mantiene il valore universale che ogni numero pare avere.

Perchè 5+3 non può fare 345.542.111.009.564?

Chi l'ha detto che 3 vale 3, e non 345.542.111.009.561?

Io non lo so, ma credo che chi s'è inventato tutte queste cose del valore di ogni numero dev'esser morto, da molto........

Quindi trapassato remoto.

Ecco ciò che intendevo dire.

Mi avanzano un pò di spicci, vorrei quindi chiudere spendendoli:

tra virgolette ho assolutamente voglia di andare a Paullo.


Haltahö


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