mercoledì 2 settembre 2009



Non credo di esser l'unico, almeno della mia generazione o giù di lì, ad essermi fatto dei trip inenarrabili la sera tardi davanti alla tv con in onda il Maurizio Costanzo Show.

Intendiamoci, non che seguissi con interesse ed assiduità questo programma, a parte alcune puntate con ospiti che ritenevo - per la mia persona - interessanti.

Però la sera, al rientro da uscite più o meno alcooliche (o chimiche), era quasi una nenia conciliante, ed allo stesso tempo una sorta di ritorno alla puerilità per la sicurezza e certezza che lo stesso infondeva data la sua ripetitività e sempre - inesorabilmente - somiglianza a sé stesso.

Bene, nel tempo e con gli anni, nonostante la totale mia asetticità rispetto alla trasmissione, è nata una specie di sfida personale in una particolare parte di questo programma, quasi una sorta di sketch comico con me stesso.

Un modo come un'altro per ridere da solo (come fossi matto.......magari lo fossi!!!!!!!!), per stupirmi e irridermi o irridere l'artista di turno.

Parlo, ovviamente (stupido chi non l'ha ancora capito), dei quadri che venivano mostrati per pochi secondi prima delle interruzioni pubblicitarie.

O, come li chiamava il Maurizio moglie della Maria, i "consigli per gli acquisti".

Di giorno in giorno è sorta in me una linea comica personale, per la quale ad ogni pausa del programma ridevo come uno stupido dei titoli delle opere presentate.

Massimo rispetto per gli autori, sia chiaro, ed oltretutto penso di esser l'unico caso vivente che durante la visione di una trasmissione altro non aspettava se non gli spot, ma la tecnica mista a umorismo sviluppata man mano, mi rendeva totalmente dipendente di quei 4/5 secondi precedenti la pubblicità.

Detto così si capisce ancora poco, suona confuso.

Cercherò quindi di spiegare meglio.

Le opere riprese e mostrate, venivano messe a schermo per pochi secondi, durante i quali - diciamo per 2/3 - esse erano prive del loro titolo.

Titolo che veniva messo in sovraimpressione dopo gli istanti di cui sopra.

Le prime volte che ho guardato (che è ben diverso dal dire "ho visto") uno dei quadri in oggetto, e dello stesso ho cercato di indovinarne il titolo per mera curiosità o noia, mi si è aperto un mondo................per me comico all'ennesima potenza.

I quadri mostrati, quasi sempre (ma non era una regola) raffiguravano persone, sole oppure in coppia.

Ebbene, il titolo quasi mai controverso, è quello che scatenava la mia ilarità, fino a farmi passare la sonno.

Gli artisti - e anche qui non è regola fissa- solitamente danno un significato intrinseco alle loro opere, ed alle stesse attribuiscono nomi-guida; quasi come se dal titolo stesso poi, chiunque osservi l'opera segua il percorso dato dalle parole per collegare colori, atteggiamenti o pose dei personaggi, ed immergersi quindi nell'opera in una sottoforma di sindrome di Stendhal.....forse un pochino più coatta.

Nel caso dei quadri mostrati al MCS questa tecnica era del tutto tralasciata. E proprio questo mi faceva morire.

Mille e più casi, dei quali nemmeno uno da me ricordato, però fare un'esempio è quanto di più semplice esista.

Immergiamoci nella pacifica e soporifera atmosfera dello stacco prima degli spot.

Pianoforte:

na.....nan.......nana..........nananna..nanana...nan........nanan.....nana......

Durante queste (indimenticabili) note, appare un quadro di tal Prepuzio Miocardo ( o comunque nomi, a volte molto improbabili), raffigurante una donna vestita di rosso, seduta su di una poltrona in giardino, che con lo sguardo vuoto sembra osservare tristemente una bimba, poco lontano da lei, la quale vorrebbe rincorrere un palloncino che le scappa dalle mani.

Ecco, io un quadro così me lo immaginavo intitolato: "La vita scorre, segue la nuova, piena di sogni, giochi e speranze".

Anche il più ignorante del mondo dell'arte, nel caso io, viene stimolato da certe visioni, immaginiamoci l'autore!

Porca puttana! Invece no! Perchè il quadro in questione si chiamava magari: "Mia madre e mia figlia nel prato fuori casa"!.

A Prepuzio...........ma vaffanculo và!

Seguono poi una miriade di esempi.

....sempre musica...........nana.......nana.....

Quadro con uomo anziano che, aiutato da un bastone, percorre una via di un paesello di campagna.

"Facile"...penso io........"Le fatiche di uomo sul viale del tramonto"!

Invece.............."Mio zio".

Oppure ancora: in un cielo primaverile alcuni uccelli volano con traiettorie diverse, incrociate ed azzardate.

Di certo direi: "L'imprevedibilità, l'unicità e la rischiosità dell'essere"

Giusto?

Macche: "Rondini", ecco il titolo del quadro.

E porca troia!!!!!!!!!!!!!!!!!

Non fa ridere?

Be', a me faceva morire 'sta cosa..........


Haltahö
Catahà




1 commento:

Danx ha detto...

ahah 6 1 grande, saranno quadri di artisti presi alle sagre paesane che si concentrano più sulla tecnica, sui colori che sul sentimento.
me li vedo tutti concentrati come automi :)