mercoledì 1 dicembre 2010

La neve, l'acqua, il cioccolato

30\11\10

Roncesvalles.

Detto cosi´, ora che sono con i piedi incollati al calorifero di un bar, pare esser stato uno scherzo.
In alcuno momento non nego che l'ho desiderato.

L'assenza di preparazione data dall'improvvisazione, ha dato sfoggio di se' in varie forme, ed un po' me l'aspettavo.

Ogni parte del corpo, compresi gli anfratti piu' remoti dove si annidano muscoli e tendini che nemmeno credevo di avere, e´dolente e urla vendetta.

Tutto sommato ora sono qui, e tanto mi basta. Per oggi.

La bufera di neve dell' Alto - credo piu' che altro sollevata e trasportata dalle cime vicine, e´solo un ricordo.

Si attenuano i dolori , le membra (ma come scrivo????) si rilassano.

Prima di prender posto al dormitorio affondo piedi e caviglie nella neve per diversi minuti. tiro un forte sospiro per il beneficio.

Vesciche e tendini ringraziano per l'immediato sollievo che, oltretutto ha anche un forte effetto antinfiammatorio.

Nell'ordine: doccia calda, tavola, con pasta stracotta annegata nel sugo di pomodoro, trota (ottima) e yogurt, e materasso.

Intervallati dalla benedizione del pellegrino nella chiesa della Collegiata.

Buonanotte



1\12\10

Non e' stata affatto una buona notte.

Credo di aver trovato come vicino di branda il #1 nel ranking mondiale dei russatori.

Ricordo di aver guardato per l'ultima volta l'orologio quando erano la una e 40.

Ed alle 5 mi sono arreso.

Vestizione (che ricordo e´un rito importante), e senza nemmeno la colazione comincio il mio secondo giorno di camminata.

Come gia' ieri, a causa della neve anche oggi il cammino nei sentieri e' sconsigliato, se non addirittura proibito; per cui, pure in questa giornata, sara' l'asfalto il mio tapis roulant inceppato.

Nel buio pesto i pensieri di perdono e dilatano ancora di piu', tanto da far correre i primi chilomletri senza che nemmeno me ne accorga.

Viene chiaro e il morale si alza.

Oggi e' giornata di scoperte.

Pe primo realizzo che con gli scarponcini da trekking e le calze si cammina molto meglio che non con i sandali e a piedi nudi; mentre la seconda cosa riguarda Orsodunque, che non e' un maschio - come il nome lascerebbe intendere, ma una femmina.

Parto dalla seconda.

Ebbene, avrei dovuto capirlo subito.
Da come si atteggia sempre, da quella sua aria di prima della classe, sempre e comunque un passo davanti a me, ed a fare la maestrina in ogni situazione. Irritante ed odiosa.

Perlomeno e' muta, e non puo' controbattere ai miei insulti che ogni - a piacimento - tanto le tiro.

Certo, lei mi ripaga da vera carogna di tutti gli impropri, e lo fa con quel suo passo costantemente piu' veloce del mio, a punirmi cosi' con i fatti, metro dopo metro in cambio di ogni parola su parola.

Che dire, e' una femmina!

Una femmina "studiata", come si suol dire.
Laureata in legge, e che di professione difende tutti noi in ogni grado di giudizio e causa legale o meno che sia.

Infatti, come ben noto, Orsodunque e' "Avvocata nostra".

Le scarpe.
Tutto ha un senso, almeno per me e la mia mente malata.

Non so ne sapro' mai - non essendovi prova contraria - se cio' che ho fatto e' stata la scelta migliore, ma:

ho deciso un giorno prima di venire qui che avrei fatto questa camminata senza fine;
sono totalmente impreparato, almeno fisicamente.
negli ultimi mesi , oltre ad oziare, sono lievitato fino a sfiorare il quintale.

Quindi, sommando tutti questi fattori, dovevo - per forza - trovare un sistema per poter trarre il massimo da cio' che sono ora, senza perdere nemmeno un giorno di cammino.

Sicuro del fatto che avrei avuto crampi, dolori, infiammazioni, fitte, tendiniti, contratture, stiramenti, vesciche, ricchi premi e cotillon, ho fatto una scelta - dolorora forse - perche' il mio abbrivio fosse si' una tortura, ma dal quale trarre in seguito benefici.

Tutto quanto pensato si e' realizzato, compresi i premi e i cotillon.

Fossi partito direttamente con le scarpe, alla fine di ieri sarei stato comunque a pezzi, e stamani la ripartenza mi avrebbe dato meno stimoli.

L'essermi invece massacrato ieri con i sandali, diversi gradi sotto zero, con la neve e nella tappa forse piu' dura del mio cammino, ha dato un senso a questo mio secondo giorno, poiche' lo sbalzo di comfort e' stato tale da galvanizzarmi fin da subito.

Supido? Forse si', magari anche azzardato e inutile.

Io pero' sono convinto che e' stata la scelta giusta, soprattutto perche' non potevo fermarmi ad aspettare e decidere.

Pero', come si dice in questi casi: DON'T TRY THIS AT HOME!!!!!

Dall'Alto de Erro (preceduto da un'altro colle dal nome impronunciabile) in poi e' tutta discesa; la neve attorno lentamente diminuisce, fino a scomparire prima di Zubiri, dove un bar ed un buon te' verde mi riscaldano pelle e parole.

Riparto presto con un cile cupo che non promette niente di buono.

Promessa mantenuta.
Una forte pioggia, con dei fiocchi a fare da intrusi nella miriade di gocce, m'infradicia presto, tanto da costringemi ad un autostop per 3/4 chilometri.

Arrivo al rifugio presto.
La stufetta gia' accesa diventa covo per la mia roba zuppa d'acqua. Tutto per la pigrizia nel non estrarre il pastrano dallo zaino..........

Dopo un'oretta, ormai riposato, guardo la camerata e m'intristisco.

Sembra cosi' poco accogliente, forse perche' son solo e c'e' freddo.

E' solo l'una e poco piu'. Potrei ripartire e giungere fino a Pamplona.

Perche' no?

Zaino in spalla, via!

Rinfrancato, asciugato e ristorato mi ritrovo un buon passo, quasi non pare essere in mio.

L'ingresso in citta', dopo giorni di casette e villaggi rurali, mi fa ripiombare in quella "civilta'" che presto, e con poca fatica, avevo scordato.

Seguo l'immancabile conchiglia fino a quando vedo alla mia destra la cattedrale, dove vicino si trova il rifugio consigliatomi ieri a cena da una coppia francese.

Mi merito una bella lavatrice, sia io che i miei indumenti.

Finita la doccia esco un'attimo a guardare la citta' di sera, a spiare da un'angolo la gente tutta intenta nei propri affari.

Le vie delle citta' vecchie sono sempre un splendore col buio, soprattutto d'inverno, quando il Natale s'avvicina. Non parlo delle resse per i regali, ma di quelle "sere normali", fatte soltanto di persone ordinarie, abituali e composte.

Affascinante e brulicante di vita, di odori, rumori, parole e grida.

Fisso con occhi persi la centrifuga sorseggiando un cioccolato della macchinetta a fianco delle lavatrici.

E' ormai ora di cena, e il supermercato vicino - piu dei negozietti adiacenti - mi supporta a sufficienza.

Trascrivo tutto in questo blog, faticando come un cane per capire cio' che ho messo su carta solo poco prima, e prima di batter la fronte sui tasti decido che per oggi puo' bastare.

Ciao.
Dolce e serena notte B.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

riesco ad entrare in ogni singola parola e ti immagino in ogni tuo gesto ...soffro con te per i piedi doloranti (solo tu sai cosa ti aspetta al tuo rientro!!) e sorrido mentre ti immagino zuppo come un pulcino...condivido le tue scelte (giuste o sbagliate) e mi cocccolo con la tua buona notte..un bacio..B.

Anonimo ha detto...

VAI.........LA SCORZA DURA DEL TRIUMPLINO TI AIUTERA'......OGNI TANTO DURANTE LA GIORNATA PENSO AL TUO CAMMINARE E COME STA SCRITTO OGNI 50 METRI SULL'ASFALTO DELL'ULTIMO TRATTO DELLA SALITA DI MURATELLO........TE DUR............CON AFFETTO BUEN CAMINO. BEPPE

Anonimo ha detto...

...e dove potevi essere finito, se non ad affrontare questa ennesina sfida/prova/avventura?
a volte invidio questo tuo spitito libero...
buon cammino.
buona fortuna.
buon...tutto.
a te e a chi ti è vicino.

...BON DAI...